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04/09/2011.Scatta l’allarme rosso per il Limbara

TEMPIO. L’attacco dei piromani, l’altro ieri, al polmone verde della Gallura – il Monte Limbara -, ha fatto scattare l’allarme rosso nella centrale operativa del corpo forestale regionale di Tempio. Lo sforzo per tutelare i boschi di lecci, sughere e le immense pinete che ricoprono il massiccio gallurese è uno degli impegni prioritari per gli uomini della vigilanza ambientale e per la protezione civile che cinturano, annualmente, l’intero perimetro della montagna per evitare che le fiamme divorino un sito di altissimo valore ecoambientale. Un immenso patrimonio boschivo ricostituito dopo il disastroso incendio del secondo dopoguerra, che rese “calva” l’intera montagna. I tre punti sul passo del Limbara ai quali gli ignoti incendiari hanno dato fuoco sono stati ispezionati, con particolare attenzione, dai rangers della forestale, alla ricerca di qualche traccia che possa ricondurli agli autori del gesto che, stando alle prime indagini, voleva colpire una riserva di caccia esistente, alle falde del Limbara, da oltre venti anni.
Un periodo, questo, trascorso non senza patemi d’animo: sistematicamente, infatti, il fuoco viene appiccato lungo la linea di confine tra la montagna e la riserva.
Non ne ha fatto mistero il presidente del sodalizio di cacciatori, Rino Pasella, che da anni dirige la riserva di “L’Agnata”, che si estende per oltre 600 ettari nel territorio di Tempio e Oschiri ed è formata da una trentina di soci e proprietari terrieri.
Avantieri l’intervento massiccio delle forze antincendio hanno scongiurato un rogo che poteva estendersi all’intera montagna, incenerendo oltre venti ettari di macchia mediterranea in una zona impervia, quella di Balascia, già designata a diventare sito di interesse comunitario e per il quale, anni fa, ci fu una lunghissima lotta in tribunale a suo di ricorsi e carte bollate tra una società di produzione di energia alternativa, la Enel GreenPower, e la Regione Sarda.
Quest’ultima riuscì a far bloccare dai giudici l’installazione di un parco eolico (autorizzato dal comune di Oschiri) sulle alture di Lu Colbu, dove ieri l’altro è passato l’incendio.
Dopo il violento attacco degli incendiari la strategia dell’apparato antincendio regionale è cambiata.
La zona è ora ulteriormente pattugliata per oltre venti ore al giorno dagli agenti della forestale e gli addetti all’antincendio dell’Ente foreste, mentre la rete di sensori e telecamere di sorveglianza è stata estesa, a tamburo battente, anche in altre zone della superprotetta montagna gallurese.
Uno sforzo che comporta ulteriore dispendio di risorse economiche ed umane, ma necessario per salvaguardare un bene comune che, sistematicamente, qualcuno cerca di incenerire.