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05/01/2012. Silenzio dalle 2, la maggioranza si divide

TEMPIO. Il diktat dell’assessore Angelo Cossu sullo spegnimento della musica dalle 2 di notte nei locali pubblici cittadini anche durante la sei giorni carnevalesca rischia di provocare una spaccatura all’interno della stessa maggioranza consiliare: critiche sono giunte infatti da due capigruppo come Tomaso Visicale, del Pd, e Pasquale Lamanda, dell’Idv.
 «Le ultime esternazioni dell’assessore Angelo Cossu – scrive Visicale – sono “parole in libertà” che rappresentano solamente il suo pensiero e non certamente quello dell’amministrazione comunale e della maggioranza dei consiglieri che la sostiene. Affermazioni dunque né condivise, né mai concordate». Visicale si sofferma poi ad analizzare brevemente il decreto sulle liberalizzazioni. «Un decreto, spiega che è operativo su tutto il territorio nazionale e quindi anche per tutti gli esercizi del nostro Comune. A meno che Tempio, non sia diventata per Angelo Cossu una repubblica a se stante». Per quanto concerne l’emissione di musica, Tommaso Visicale affronta l’argomento ricordando a Cossu che la materia è già trattata dal Codice penale che sulle immissioni moleste è disciplinata dall’articolo 659 comma 1 che la colloca, per eventuali inadempienze, tra le contravvenzioni concernenti l’ordine e la quiete pubblica. «Quiete pubblica che, dalla notte dei tempi, mai ha impedito il normale svolgersi della sei giorni e dei suoi famosissimi veglioni. La quiete pubblica, dice Tomaso Visicale è un concetto che non dipende dagli umori dell’assessore. La norma vale senza dubbio, per i cittadini che dimorano nei pressi del centro storico ma vale anche per quelli che risiedono nelle vicinanze del compendio di Rinaggiu». Il riferimento al teatrotenda che dovrà essere collocato sul posto è fin troppo evidente.
 Più tecnico infine il commento di Lamanda in qualità di componente della commissione commercio: si augura che prima di stabilire o annunciare la concessione di proroghe per le festività, queste vengano discusse all’interno della maggioranza.