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08/01/2011. «Le aperture sono previste dalla legge»

TEMPIO. Si infiamma in città il dibattito sulla liberalizzazione delle attività commerciali. L’assessore delegato al settore, Angelo Cossu, risponde ad Antonio Azzena, presidente della Confcommercio cittadina che di recente lo ha “stoppato” proprio sulla possibilità di nuove aperture: «Ci saranno, con buona pace di tutti. A volerlo non sono i capricci di un assessore ma una legge».
 È quella entrata in vigore il 1º gennaio, spiega Cossu: «Si tratta di una precisa normativa sulla libera concorrenza secondo la quale “a nessuno può essere impedito di esercitare una attività economica”. Cito questo testo – afferma polemicamente – per dimostrare ad Antonio Azzena che l’assessore, contrariamente a quanto lui afferma, conosce le leggi e sulla base delle stesse fonda il suo lavoro. Il mio operato non tutela gli interessi di qualcuno ma quelli generali della città, così come richiesto a chiunque abbia incarichi pubblici da assolvere».
 Angelo Cossu conferma quindi l’applicazione della normativa che consentirà l’apertura in città di nuovi ristoranti, steak house, pizzerie, enoteche e paninoteche: «È strano – dice – che si accettino alcune parti della legge in questione mentre si fa finta di non conoscere le altre. È inconcepibile, ad esempio, che a Tempio si aprano in un mese quattro negozi di scarpe o abbigliamento, nel silenzio generale, ivi compresa la Confcommercio, e si urli invece, allo scandalo nel momento in cui qualcuno parla di pubblici esercizi».
 Angelo Cossu è un fiume in piena e stigmatizza le false credenze su alcuni aspetti della legge, come l’apertura notturna, «ormai libera secondo alcune interpretazioni tempiesi». Cossu spiega che dall’entrata in vigore, ogni giorno delegazioni di pubblici esercizi chiedono il ritiro dell’ordinanza sull’orario di chiusura, «ma nel frattempo alcuni esercizi, di loro iniziativa, hanno prorogato l’orario di chiusura anche sino alle 4-5 del mattino. Qualcuno evidentemente ha male interpretato la legge, che per i pubblici esercizi si affida a specifiche ordinanze comunali per per motivi di salute, riposo e quiete pubblica. Ed è quanto la nostra ordinanza prevede. Davvero qualcuno ha necessità di studiare».