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09/05/2012. Rinaggiu, altro round al Comune

di Angelo Mavuli wTEMPIO Il Comune si aggiudica un altro round nel “match” con l’Ati cui aveva revocato la concessione del complesso termale Rinaggiu–Pischinaccia: Il Consiglio di Stato, con una ordinanza depositata ieri, ha confermato la precedente ordinanza cautelare del Tar (19 gennaio scorso), che giudicava motivato il provvedimento dell’amministrazione. Pur non trattandosi di un giudizio di merito, non vi è dubbio che l’ordinanza costituisca un ottimo viatico nel momento in cui (si spera entro il 2013) il Tar sancirà questa volta con una sentenza, il suo giudizio finale. È solo l’ultimo atto di una vicenda che, lungi ancora dall’essere definita, ha avuto inizio il 24 novembre dello scorso anno, quando dopo una serie accertamenti, la giunta comunale deliberò di revocare all’associazione temporanea di impresa capitanata dall’Alba srl, la concessione per la gestione dell’area, constatati l’abbandono ed il degrado del compendio. Il ricorso cautelare al Tar dell’Ati era stato respinto, ora arriva la seconda bocciatura da parte del Consiglio di Stato. «Il ricorso cautelare in appello – spiega il comunicato del Comune –è stato discusso dianzi al Consiglio di Stato venerdì 4 maggio, il Comune era difeso dall’avvocato Rosanna Patta, che nell’esprimere grande soddisfazione, ha sottolineato l’importanza e la valenza delle motivazioni contenuti dell’ordinanza, che consentirebbero di ritenere corretti, anche nel merito, i provvedimenti adottati dall’amministrazione. Il Consiglio di Stato, infatti, ha ritenuto di non doversi discostare dalle “ragionevoli” conclusioni alle quali è pervenuto il Tar, ritenendo “anche alla luce delle precisazioni difensive del Comune”, che non sussistano le condizioni per sospendere l’esecuzione dell’ordinanza impugnata neppure nella parte in cui dispone l’incameramento della cauzione. «Argomentando in ordine al pregiudizio grave e irreparabile invocato dall’appellante Ati, Alba immobiliare – dice il Comune – il Consiglio di Stato ha invece ritenuto prevalente l’interesse del Comune a rientrare nella piena disponibilità del compendio, condannando inoltre l’Ati alle spese di giudizio. L’esito è quindi ci è ancora una volta favorevole dopo che, anche in primo grado, le istanze del concessionario erano state tutte rigettate (in quella occasione l’amministrazione era difesa dal legale Giuseppina Demuro). L’amministrazione Frediani spiega che «con questa ordinanza sono ormai esauriti i gradi di giudizio per quanto riguarda la fase cautelare e il Comune ha ora, in via definitiva la piena disponibilità dell’intera area potendone disporre come crede, secondo i piani di valorizzazione che riterrà più idonei e procedendo anche all’immediato incameramento della cauzione versata». E annuncia la volontà di costituirsi in giudizio per chiedere i danni di immagine, e non solo, derivati dal comportamento dell’Ati «a garanzia – dice il comunicato – degli interessi pubblici che l’amministrazione ha il dovere primario di rappresentare e difendere anche con scelte difficili e non sempre da tutti condivise».