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09/05/2012.Fonti di Rinaggiu: il Consiglio di Stato è con il Comune

Anche il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Tempio: la revoca del contratto per la gestione del compendio termale di Rinaggiu all’Ati (associazione temporanea di imprese) è legale. L’amministrazione aveva revocato la concessione con una delibera del consiglio comunale. Ma l’Ati era ricorsa al Tar che aveva dato ragione all’amministrazione di Romeo Frediani. Il Consiglio di Stato, con un’ordinanza depositata lunedì, ha confermato quella cautelare del Tar Sardegna che aveva respinto l’istanza di sospensione del provvedimento disposto dal Comune per la revoca della concessione per Rinaggiu. «Con l’ordinanza del Consiglio di Stato si sono così esauriti i gradi di giudizio – spiega il sindaco Romeo Frediani – almeno per quanto riguarda la fase cautelare. In concreto le conseguenze sono di tutto rilievo: il Comune ha ora, in via definitiva e salva diversa pronuncia nel merito, se e quando questa ci sarà, la piena disponibilità dell’intera area potendo di essa disporre come crede, secondo i piani di valorizzazione che riterrà più idonei; l’immediato incameramento della cauzione versata, consentirà all’Ente di compiere i primi ed urgenti interventi di cura e manutenzione del compendio ed in particolare di quelle parti di esso che possano consentirne un utilizzo a breve, non escludendo che ciò possa avvenire anche per l’imminente stagione estiva». Il ricorso cautelare in appello è stato discusso dinanzi al Consiglio di Stato lo scorso venerdì, dove il Comune di Tempio era rappresentato e difeso dall’avvocato. Rosanna Patta del Foro di Cagliari. «Il Consiglio di Stato, infatti, quanto al fumus ha ritenuto di non doversi discostare dalle ragionevoli conclusioni alle quali è pervenuto il Tar – spiega ancora Frediani – ritenendo anche alla luce delle precisazioni difensive del Comune, che non sussistano le condizioni per sospendere l’esecuzione dell’ordinanza impugnata neppure nella parte in cui essa dispone l’incameramento della cauzione. In poche parole: le accuse di incuria all’Ati erano fondate. Infine, il Comune, a garanzia degli interessi pubblici si appresta ad adire la magistratura competente per il risarcimento degli ulteriori danni causati dal comportamento inadempiente del concessionario, ivi compresi quelli di immagine che l’Amministrazione e la città hanno subito», chiude Frediani. ( s. d. )