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11/02/2010 – «Non riusciamo a mandarli a scuola»

Tempio.

Degli studenti che disertano le lezioni si occupano anche i Servizi sociali

«Non riusciamo a mandarli a scuola»

Segnalati alla Procura i 16 genitori replicano alle accuse

Giovedì 11 febbraio 2010
I carabinieri hanno denunciato diverse persone anche a Luras e Calangianus.
H anno alzato bandiera bianca, non possono fare più niente per convincere i loro figli ad andare a scuola. Sono i genitori dei ragazzini terribili che disertano da settembre le aule della scuola media di Tempio. I carabinieri li hanno denunciati per il mancato assolvimento dell’obbligo formativo. Interrogati dai militari, padri e madri segnalati alla Procura hanno ammesso la loro impotenza. I giovanissimi studenti (età compresa tra gli 11 e i 14 anni) sconosciuti agli insegnanti non intendono in alcun modo oltrepassare la soglia dell’edificio che ospita le scuole medie. Hanno deciso di trascorrere le loro giornate fuori dalle aule scolastiche e i loro genitori non hanno argomenti per convincerli del contrario. I carabinieri hanno segnalato diverse situazioni di questo tipo anche a Luras e Calangianus. A Tempio le ultime denunce riguardano otto famiglie. I genitori convocati in caserma sono operai, dipendenti pubblici e artigiani. Non sono state rilevate problematiche familiari particolari. I ragazzini non sono maltrattati o trascurati. Il denominatore comune è la difficoltà crescente a trovare argomenti che possano far cambiare idea ai ragazzi. Babbi e mamme segnalati anche al Tribunale dei Minori si sono detti preoccupati per una situazione che ormai è fuori controllo. I loro figli trascorrono buona parte della giornata senza svolgere alcuna attività. I carabinieri prima di procedere con le denunce hanno sollecitato le famiglie, ma il pressing sui genitori si è rivelato inutile. Ora la parola passa ai giudici del Tribunale dei minori.
Anche gli assistenti sociali del Comune di Tempio conoscono molto bene questo tipo di situazione. Ci infatti numerosi casi di studenti delle scuole superiori, ovviamente di età inferiore ai 18 anni, che combattono da tempo una battaglia personale per entrare in aula. I genitori, convocati negli uffici del servizio sociale, sono stati molto chiari e hanno ammesso la loro assoluta impotenza. Per le famiglie che finiscono in questo pasticcio il problema è doppio. C’è la preoccupazione per il comportamento dei figli e le spiegazioni da dare a carabinieri e assistenti sociali. ( a. b. )