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12/01/2012.I pazienti, assistiti dalle suore missionarie, sono parte viva della città

TEMPIO. La casa della Letizia è in città una vera e propria istituzione, molto amata dai tempiesi. In molti la visitano frequentemente e agli ospiti, persone con handicap psichici, spesso vengono portati regali soprattutto di natura gastronomica e giocattoli che fanno la loro felicità. I “ragazzi” della Casa della letizia (come comunemente vengono chiamati i “ricoverati” pur avendo molti di loro superato abbondantemente l’età giovanile), da decenni ormai sono parte integrante del tessuto cittadino. Partecipano alle cerimonie importanti, agli spettacoli e ai concerti; si recano allo stadio per la partite di calcio casalinghe del Tempio; e a loro è riservata una tribuna speciale durante le sfilate del Carnevale tempiese.
 Di ognuno di loro molti tempiesi conoscono nome e cognome. Quando nelle belle giornate, in fila per due, mano nella mano come i bambini, vengono accompagnati dagli educatori attraverso il centro storico per ammirare le vetrine e distrarsi, è tutto un salutarsi festoso con la gente che si ferma volentieri a parlare con loro. Pensare che qualcuno possa averli maltrattati in qualche modo, è come ricevere un pugno allo stomaco, un sospetto che lascia senza fiato.
 Nei primi anni Settanta, la Casa della letizia fu investita da un analogo episodio. I quattro imputati, riconosciuti in primo grado colpevoli, furono condannati ad otto mesi di reclusione. Assolti in appello, uscirono a testa alta dalla vicenda e la città tirò un sospiro di sollievo. C’è solo da sperare che anche stavolta la vicenda si risolva in un nulla di fatto. (a.m.)