Torna Indietro           

26/04/2012.Ritrovata a Urbino la Madonna sparita dalla città a fine ’700

TEMPIO Si trova nella Galleria Nazionale delle Marche, ad Urbino, il dipinto del Sassoferrtao, scomparso da Tempio alla fine del 1700, che riproduceva una Madonna con Bambino e del quale si era persa ogni traccia. A ritrovarlo è stato lo studioso e critico d’arte tempiese Luigi Agus (oltre 60 pubblicazioni all’attivo) durante alcuni studi nella Fondazione Zeri annessa all’Università di Bologna, con la quale collabora. «Si tratta – spiega Agus – di un prezioso dipinto di piccole dimensioni che in origine era a Tempio, passò a Cagliari e più recentemente è stato acquistato dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, una Madonna con Bambino di Giovanni Battista Salvi, detto Sassoferrato, uno dei pittori più importanti del ‘600 considerato uno dei capolavori di questo artista, specializzato nella rappresentazione delle Madonne». L’opera databile attorno al 1660 adornava la cappella gentilizia del palazzo Pes-Villamarina (probabilmente non l’ex seminario, ma quello di via Roma a Tempio) fin dalla fine del ‘600 e venne successivamente trasferita a Cagliari nel palazzo che i Pes-Villamarina avevano in Castello dal marchese Bernardino, il cui stemma è visibile sulla facciata del Palazzo degli Scolopi, l’attuale biblioteca. Passò quindi ai vari eredi fino all’ultimo, il tenente colonnello Salvatore, morto assieme ad altri passeggeri, sull’idrovolante in servizio di linea tra Cagliari e Roma-Ostia il 14 luglio 1938, inabissatosi al largo di Terranova. Da questo per eredità passò ai principi Torlonia che sistemarono l’opera nella loro residenza romana e nel 1985 lo vendettero alla Galleria Nazionale delle Marche che ha sede nel Palazzo Ducale di Urbino, dove figura accanto a opere di Piero della Francesca, Tiziano e Raffaello. «Si tratta – continua Luigi Agus – senza dubbio del capolavoro dell’artista di Sassoferrato esponente del barocco e spesso ricordato semplicemente col nome del suo paese di nascita. Di lui si sa che apprende nella bottega del padre, Tarquinio Salvi. Il resto dell’educazione di Giovanni non è documentata, eccetto il suo lavoro presso la bottega del bolognese Domenichino, che a sua volta fu allievo di Annibale Carracci (circa 1580). I suoi dipinti risentono inoltre dell’influenza di Albrecht Dürer, Guercino e soprattutto Raffaello. Esistono alcune pubbliche commissioni di Sassoferrato, che pare abbia trascorso la prima parte della sua vita lavorativa producendo copie multiple di vario stile di immagini devozionali per committenti privati». Prosegue Agus: «Esistono più di trecento opere del Sassoferrato nei musei del mondo, inclusa la maggior parte dei suoi rimanenti disegni, conservata nella collezione Reale del Castello di Windsor, in Inghilterra. Il suo più importante e conosciuto capolavoro è la pala d’altare della basilica di Santa Sabina all’Aventino, sostituzione di una tela di Raffaello. La possibilità che il dipinto possa ritornare a Tempio sono praticamente nulle, auspicabile sarebbe invece un’esposizione, sia pure per breve periodo, in modo da consentire ai cittadini di poter ammirare l’opera».