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Intitolata al giudice Livatino, ucciso dalla mafia, la sala conferenze della Procura di Tempio

Inaugurata stamattina nella sede della Procura della Repubblica di Tempio la sala conferenze intitolata al giudice siciliano Rosario Livatino ucciso in un agguato mafioso nel 1990 a soli 38 anni e dichiarato beato dalla Chiesa cattolica.
La cerimonia, iniziativa fortemente voluta dal procuratore della Repubblica di Tempio Pausania Gregorio Capasso, si è aperta con la scopertura della targa commemorativa e con la benedizione del vescovo della Diocesi di Tempio Ampurias Sebastiano Sanguinetti. In rappresentanza dell’Amministrazione comunale, il sindaco di Tempio Gianni Addis, che ha espresso vivo apprezzamento per l’iniziativa del Procuratore.
Nel discorso di apertura il procuratore Capasso ha sottolineato l’importanza di onorare in città la memoria di un giudice che è stato esempio e testimonianza di una quotidiana opera a tutela della legalità e della giustizia, svolta al servizio del bene comune, in un contesto storico difficile con serietà, impegno, fede e rigore professionale.
Coinvolgenti e significativi i discorsi delle autorità, dal Procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio che ha sottolineato come il giudice Livatino fosse profondamente cristiano ma al contempo rispettoso della laicità dello stato incarnando un esempio importante di autonomia, indipendenza e imparzialità della magistratura al vescovo Sebastiano Sanguinetti che lo ha ricordato come piccolo Davide che combatteva contro il grande Golia della mafia.
Alla cerimonia in ricordo del giudice Livatino, a trentadue anni esatti dal suo martirio avvenuto il 21 settembre 1990, erano presenti il prefetto Paola Dessì e le più alte cariche regionali dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto.