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Applausi dal pubblico tempiese per Honour di Joanna Murray-Smith interpretata dalla grande attrice Paola Pitagora.

Applausi dal pubblico tempiese per Honour di Joanna Murray-Smith interpretata dalla grande attrice Paola Pitagora.

di Joanna Murray-Smith
con: Paola Pitagora, Roberto Alpi, Viola Graziosi, Evita Ciri
regia: Franco Però
costumi: Mariolina Bono
musica: Antonio Di Pofi
luci: Marco Alfieri
collaborazione: Fondazione Teatro 2
realizzazione scene: Mario Fontanini
produzione: Astiteatro/Famafantasma SRL

La grande attrice ha persuaso davvero gli spettatori del Teatro Carmine di Tempio con Honour, un testo strepitoso dell’autrice australiana Joanna Murray Smith. Un copione  dal quale si potrebbero estrapolare taglienti frasi  utili per  meditare con calma sull’amore in ogni sua forma. Uno  spettacolo in cui temi sempre attuali e tremendamente seri sono stati trattati con leggerezza ed ironia. Una trama poco originale all’apparenza, ma ricca di contenuto e significato.

Una messa in scena studiata come un vero incontro di boxe. Suddivisa in tanti round, scanditi  e alternati da un gong suonato a turno dagli attori in scena, sempre visibili a lato  del palco. un ring immaginario dove si scontrano, a due a due, sino all’ultima parola e sul tema dell’amore i protagonisti della piéce.

La scintilla che accende lo spettacolo è solo in apparenza scontata : Una  giovane donna in carriera affascina l’uomo maturo di successo  al punto da fargli abbandonare la vita precedente e la sua famiglia. Nella commedia però ad insaporire la trama concorre la specificità della giovane donna, non solo bella ed appassionata, ma anche intelligente, colta e ambiziosa.

Ma che tipo d’amore è nato fra i due?  Lei amerà davvero l’affascinante uomo maturo? Lo amerà d’amore puro o d’amore interessato,  unilaterale e devastante?

Diversi tipi di amore si affacciano sulla scena dello spettacolo: l’amore che annulla la personalità come quello della moglie Honour, che ha rinunciato a scrivere dopo il matrimonio, per seguire i successi del marito.  L’amore immaturo ed adolescenziale della figlia verso i genitori.  L’amore passionale, ma altrettanto immaturo, divorante e egoistico della giovane giornalista, che farà capitolare il padre di famiglia.Fino ad arrivare ad un finale aperto, che può essere interpretato in diversi modi: la catarsi però, quella purificazione che viene dall’amore e dal dolore, è garantita per ogni personaggio, che arriva a capirsi meglio e a  trovare se stesso.

Grande maestria sulla scena  di tutti i protagonisti: assolutamente impeccabili Paola Pitagora e Roberto Alpi, naturali, affiatati e sicuri.  Brave anche le giovani attrice. La  figlia Evita Viri, che ci consegna un’adolescente tormentata, rabbiosa  e nevrotica fino alla maturità finale, conquistata con la laurea e Viola Graziosi, la giovane giornalista in cerca di successo che si nutre dell’amore dell’uomo maturo e famoso e in questo sentimento si specchia per trarne forza e coraggio per raggiungere i suoi obiettivi. La sua forza e la sua autostima derivano dal potere esercitato su quell’uomo e dalla consapevolezza di poterne distruggere la vita.

Teatro di parola, con scenografia spoglia.  Semplice ed efficace la regia di Franco Però.  Scorrevole la traduzione di Masolino d’Amico di un testo scritto nel 1995,  rappresentato in tutto il mondo e visto da circa 40.000 spettatori.

E il pubblico ha accolto con calore questo spettacolo, con ripetuti applausi. all’ingresso degli attori e  alla chiusura della pièce. Uno spettacolo in cui tutti si possono riconoscere, un po’ in un personaggio, un po’ nell’altro. Ognuno può infatti essere il protagonista dei diversi tipi di quel sentimento che prende all’improvviso e che si chiama amore.