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01/02/2010 – Crescita, ma al rallentatore

Tempio.

Dati 2009: la popolazione è aumentata dell’uno per cento

Crescita, ma al rallentatore

Lunedì 01 febbraio 2010
C resce poco, anzi pochissimo, ma cresce. E lo fa grazie all’immigrazione: i dati demografici del 2009 sono, tutto sommato, confortanti. Tempio tira un sospiro di sollievo e evita il segno meno nelle statistiche sulla popolazione residente nel territorio comunale. Si tratta di un incremento lento eppure costante, che non ricalca il fenomeno dello spopolamento dei centri limitrofi, a vantaggio di quelli costieri e di città in forte sviluppo come Olbia e Arzachena dove i flussi migratori sono decisamente più marcati.
I NUMERI La popolazione autoctona però è in forte calo, e non da questo ultimo rilevamento. Aumentano, invece, i flussi migratori. Un aumento di unità non determinato da fattori naturali come nascite e morti. I decessi, infatti, nel corso del 2009, sono risultati in aumento rispetto all’anno precedente e sono risultati più numerosi dei nuovi arrivi. Il registro delle nascite ha contato 94 nascituri contro il registro dei morti che ha toccato le 194 unità. Secondo i dati dell’ufficio centrale dell’anagrafe di Tempio, cresce comunque la popolazione comunale che al 31 dicembre 2009 raggiungeva le 14.256 unità. Un anno prima i residenti erano 14.239: un incremento di diciassette unità, minimo ma importante. Un incremento misero di appena l’uno per cento che comunque basta per parlare di crescita.
MATRIMONI Un forte decremento si è invece registrato nei matrimoni. Nel 2008 erano stati 68, 19 civili e 49 religiosi; nel 2009, invece, le unioni sono scese a 60, otto in meno rispetto ai dodici mesi precedenti, di cui 22 civili e 38 religiosi. Non solo i tempiesi si sposano meno, ma anche le coppie straniere hanno smesso di prenotare unioni in comune: un solo matrimonio è stato celebrato nelle salone delle rappresentanze del municipio in piazza Gallura.
GLI STRANIERI Gli immigrati arrivano a Tempio come ovunque alla ricerca di un’occupazione. Lavorano soprattutto nell’edilizia gli uomini e nell’assistenza agli anziani le donne. Arrivano nella cittadina gallurese esclusivamente per il lavoro ma la crisi, che forse qui si sente più che altrove, sembra abbia tolto loro la chimera della cittadinanza.
SEBASTIANO DEPPERU