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Tempio esce dal sistema dei derivati finanziari.

addismario

L’amministrazione ha intrapreso un’azione legale contro la Bnl per ottenere l’annullamento del contratto e il risarcimento dei danni. La Giunta ha traghettato l’ente al riparo dai rischi e ha estinto anticipatamente l’operazione.Era un punto fermo del programma elettorale della coalizione. In un solo anno il risultato è stato portato a casa. All’interno maggiori informazioni.


 

Uscire dalla trappola degli strumenti derivati si può. L’obiettivo è stato centrato dalla Giunta municipale di Tempio che ha deliberato l’uscita dal sistema dei derivati finanziari. Era un punto fermo del programma elettorale della coalizione. In un solo anno il risultato è stato portato a casa senza rimetterci nulla. Una scommessa rischiosa intrapresa dell’ente nel 2005 che solo per caso e fortunatamente non è stata persa con gravi danni e pregiudizi per l’ente sul piano finanziario.

La giunta Frediani, come promesso, ha traghettato l’ente al riparo dai rischi. Dopo sei anni  di scommessa il Comune si libera dell’incubo derivati, che ha messo in croce molti comuni,  con un saldo positivo di soli 52.000 euro. Un guadagno ridicolo  se si pensa alle probabili  conseguenze catastrofiche che è stato possibile scongiurare anche grazie al crollo dei mercati finanziari e a una congiuntura casualmente favorevole. Ma le cose potevano andare diversamente. Il Comune infatti è riuscito ad uscirne nel momento in cui i tassi erano più convenienti. Altri enti non hanno avuto la stessa fortuna.

Il costo di chiusura dell’operazione è di 63.100,00 euro. Il Comune tuttavia spera di recuperare anche questi. L’amministrazione ha infatti  intrapreso un’azione legale contro la Bnl, la banca con cui nel 2005 è stato sottoscritto il contratto, per ottenere l’annullamento del contratto e il risarcimento dei danni  per circa 360.000 euro. La causa è in corso presso il Tribunale di Roma. Tutto fa ben sperare date le sconfitte incassate in diverse cause dallo stesso gruppo bancario. In caso di esito positivo il Comune recupererà il capitale rischiato e la spesa sostenuta  per estinguere il contratto. Un’operazione seguita dallo staff finanziario e dall’ufficio legale della struttura comunale,  dal segretario comunale e dal legale specialistico di fiducia  incaricato dall’ente.

L’amministrazione di Tempio, invece ne è uscita miracolosamente in vantaggio. Un caso raro, che per i Comuni virtuosi, però, fa ben sperare.

Nota:

Gli strumenti derivati, che le banche offrono a certi clienti con la promessa di proteggerli dal rialzo dei tassi, non sono altro che contratti ad alto rischio: degli accordi di pura speculazione in cui è possibile scommettere sull’andamento futuro di innumerevoli variabili finanziarie. In pratica la banca e la società convengono di scambiarsi un determinato flusso monetario, e chi si ritrova con il tasso più alto paga la differenza alla controparte. Sostanzialmente, un gioco che la banca sa già di aver vinto in partenza, grazie allo sbilanciamento delle formule sui tassi di interesse. La promessa di tutelarsi da un rialzo dei tassi, per un soggetto indebitato, quindi particolarmente sensibile all’argomento, renderebbe l’accordo potenzialmente interessante, se non fosse per una serie di regole matematiche che rendono il contratto un autentico rischio. La società, infatti, nella maggior parte dei casi, finisce per pagare molto di più di quanto non incassi dallo scambio, e l’unica soluzione per salvare la situazione consiste nella chiusura anticipata dello swap attraverso il pagamento di cifre sostanziose, per evitare di esporre l’azienda ad un rischio incontrollato. Se da una parte, ad esempio, la banca versa alla società un differenziale periodico di circa mille o duemila euro, dall’altra, ogni volta che aumentano i tassi d’interesse la società deve prima di tutto ripagare la banca di quanto percepito nell’anno precedente, aggravando la propria posizione sino a dover pagare decine di migliaia di euro, se non addirittura centinaia di migliaia, per estinguere il contratto.

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