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14/01/2012. «Da noi dignità, non botte»

È una donna forte suor Maura Chessa. Accusata di avere maltrattato i suoi “ragazzi”, sospesa dall’incarico di direttrice della Casa della Letizia, di fatto “scaricata” dalla Diocesi, la religiosa, ieri mattina, si è seduta davanti al pubblico ministero Elisa Calligaris e ha parlato per due ore della sua vita dentro la comunità protetta per disabili mentali. L’interrogatorio è stato drammatico, perché suor Maura ha risposto a tutte le domande del magistrato, raccontando, senza reticenze, le vicende che hanno portato all’inchiesta sui presunti maltrattamenti ai danni dei malati. Ovviamente si tratta della sua versione dei fatti, ma la deposizione della ex direttrice ha profondamente colpito le persone che si stanno occupando delle indagini. Suor Maura ha risposto alle domande del magistrato senza tentennamenti: «Non ho mai picchiato nessuno, semmai abbiamo dato dignità alle persone che assistiamo».

LA CASA DELLA LETIZIA L’interrogatorio ha toccato diverse delicate questioni, la suora (della Congregazione missionaria Figlie di Gesù Crocifisso) è partita dal suo arrivo nella struttura di Tempio. «Ho iniziato a lavorare nel 2005 – ha detto la religiosa – e abbiamo subito operato per aprire la Casa della Letizia e mettere in contatto gli ospiti con la comunità di Tempio. Questo risultato è stato ottenuto, ma abbiamo avuto delle difficoltà, anche all’interno della struttura». Suor Maura, a questo punto, avrebbe fatto riferimento a dissapori e tensioni con due operatori. In pratica, dopo le forti divergenze con i collaboratori, contro la ex direttrice sarebbe partita un’azione denigratoria, soprattutto all’esterno della struttura.

GLI SCHIAFFI Suor Maura Chessa ha escluso categoricamente di avere malmenato gli ospiti della struttura tempiese convenzionata con la Regione. Inoltre ha respinto decisamente l’accusa di avere fatto saltare i pasti ai disabili mentali. Non solo, la religiosa ha anche dichiarato di non avere mai assistito o saputo di maltrattamenti ai danni dei malati, attribuibili al personale della comunità protetta. «È difficile assistere queste persone – ha spiegato la suora – ci sono situazioni che richiedono interventi decisi». Nel corso dell’interrogatorio sono stati ricordati alcuni episodi. Ad esempio, la reazione violenta di un malato che riuscì a morsicare la direttrice e venne allontanato a forza.

LE PIAGHE DA DECUBITO Nel corso dell’inchiesta i carabinieri si sono occupati anche dei metodi utilizzati per le cure delle piaghe da decubito. Sono state chieste spiegazioni sull’utilizzo di bisturi e forbici. Le risposte le hanno date gli stessi operatori che hanno raccontato di avere eseguito gli interventi, del tutto ordinari, nel pieno rispetto dei pazienti. In qualche caso i problemi sono stati provocati dal rifiuto delle cure da parte del malato.

INSEGNARE A MANGIARE Suor Maura ha spiegato di avere lavorato sempre per dare dignità agli ospiti della Casa della Letizia. Il pm è a conoscenza della storia di un disabile mentale che mangiava avvicinando il viso al piatto. L’uomo ha imparato a usare le posate e può restare insieme agli altri ospiti.

LA DIFESA L’avvocato Angelo Merlini, difensore di suor Maura: «La mia assistita ha risposto alle domande del pubblico ministero chiarendo la sua posizione. È una persona che ha sempre lavorato per i malati, siamo sereni. Certo, ci saremmo aspettati qualche parola in più da parte della Diocesi».

Sempre ieri è comparso davanti al pm, l’operatore Paolo Gualdi, difeso da Angelo Merlini e Margherita Orecchioni. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Andrea Busia