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20/01/2012. Rinaggiu, il Tar dà ragione al Comune .

TEMPIO. Rinaggiu torna al Comune, il Tar giudica legittima le revoca della concessione all’Ati e boccia il ricorso di quest’ultima perché «il provvedimento impugnato risulta motivato dalla constatata e comprovata incuria nella gestione, manutenzione e custodia del compendio». Soddisfazione nell’amministrazione, mastica amaro la capofila degli sconfitti Alba immobiliare.


 Insomma, il tribunale amministrativo regionale ha accettato in pieno la tesi della giunta Frediani che denunciò lo stato di abbandono dell’area termale, concessa per cinquanta anni in modo da creare sviluppo e lavoro: a dimostrarlo la mancata erogazione al pubblico delle prestazioni oggetto del contratto di concessione e l’assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria, con un depauperamento progressivo dei beni ed un danno incalcolabile di immagine dei luoghi e della stessa città, spiegavano gli amministratori. Di fronte al Tar gli interessi dell’Ati sono stati rappresentati dall’avvocato Gian Comita Ragnedda, mentre il Comune era difeso da Giuseppina Demuro. «La pronuncia del Tar – dice il segretario comunale Silvano Aisoni -, è una pronuncia preliminare in una fase così detta cautelare cui seguirà un pronunciamento anche nel merito di quanto da noi affermato e documentato nella nostra difesa. Per il momento i giudici hanno dato ragione alle nostre tesi». E spiega che, avendo i giudici confermato la legittimità della revoca, il Comune potrà operare a pieno titolo nel compendio di Rinaggiu, almeno per la pulizia, oltre a riscuotere la fideiussione di 70 mila euro dell’Ati.
 Soddisfatto anche Angelo Cossu, che su incarico della giunta ha seguito la vicenda sin dal suo insediamento: «Ritengo che il Tar con questa ordinanza sia entrato anche nel merito di ciò che noi avevamo sempre sostenuto. Ci attende ora un lungo ma entusiasmante lavoro».
 L’avvocato Gian Comita Ragnedda (difensore dell’Ati): «L’ordinanza del Tar ha un valore provvisorio edè solo il primo passaggio di un processo che si annuncia piuttosto complesso. Non è quindi una sentenza, con buona pace di chi può pensare che il contenzioso sia finito. Il giudizio potrà essere modificato in fase di merito, in quanto la società mia assistita sta raccogliendo tutta la documentazione comprovante le attività svolte e le manutenzioni effettuate. Il Comune, a nostro giudizio, ha utilizzato i propri poteri per riappropriarsi con la forza del compendio, pur non avendo il diritto di farlo. Valuteremo nei prossimi giorni se appellare l’ordinanza, anche se presumo che tale strada sia obbligata. Il Comune, agendo così, si espone al rischio di pesanti richieste risarcitorie».