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10/05/2012.Pirinu : «A Rinaggiu regna il degrado anche nel dopo-Ati»

di Angelo Mavuli wTEMPIO A poche ore dal momento in cui l’amministrazione ha incassato il secondo sì per la revoca della concessione di Rinaggiu all’Ati, quello del Consiglio di Stato, la minoranza non addolcisce i toni nei confronti della giunta Frediani, partendo proprio dalla gestione della vicenda dell’area termale rientrata già in possesso della città dal 19 gennaio. «Nonostante le notizie giudiziarie favorevoli, su Rinaggiu –scrive in un comunicato Giuseppe Pirinu, consigliere della lista civica Per Tempio –, sul compendio non si possono certamente nutrire molte speranze. Il sito si trova, infatti, in totale degrado, vandalizzato come ai tempi dell’Ati, invaso da rifiuti, frasche ed erbacce». Pirinu si chiede se «non sarebbe stato più logico trattare con l’Ati e trovare una soluzione condivisa», ritenendo che «nel tentativo maldestro di restituire Rinaggiu ai tempiesi, la giunta, con la sua mancanza di dialogo sta dilatando i tempi all’infinito. Conoscendo i ritmi della giustizia, infatti, sarà difficile per Frediani realizzare progetti su Rinaggiu. Sempre che ovviamente gli amministratori ne abbiano, visto che finora non ne hanno mai parlato». Pirinu, che dice di avere visitato pressoché quotidianamente il sito, accusa l’amministrazione di avere lasciato il compendio «privo di vigilanza, senza nessun controllo sanitario e vergognosamente sporco. Frediani e la sua giunta ancora una volta hanno paurosamente toppato. Purtroppo non è l’unico fallimento – dice ancora Pirinu –. Insuccessi si registrano infatti nella sanità, nel sociale, nella trasparenza amministrativa, nel decoro urbano, nella protezione dell’ambiente, nei rapporti con le frazioni e per ultimo nella vicenda della Compagnia carabinieri, solo per citarne alcuni. Millantano come successi interventi che nella migliore delle ipotesi non si fanno o che nella realtà equivalgono solo ad autentici sconci». L’ultima stoccata, Pirinu la riserva alle interrogazioni consiliari della minoranza «cui sistematicamente – dice – la giunta non risponde».