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22/05/2012.Pasella e il Rio Paggiolu: «Una risorsa da sfruttare»

di Giampiero Cocco wTEMPIO Sono decine i contratti a termine che non sono stati rinnovati nelle (poche) aziende di trasformazione del sughero che riescono a sopravvivere alla crisi planetaria. Nella ex Zir, la zona industriale di interesse regionale dell’Alta Gallura, l’aria che si respira, oltre ad essere ammorbata dai miasmi dovuti al trattamento dei rifiuti organici, e priva d’ossigeno, da asfissia profonda. Alla commissariata Zir, dove sei impiegati e la direttrice attendono con ansia le decisioni che dovrebbero essere intraprese a Cagliari dalle Regione Sarda in merito all’accorpamento alla macro area che raggrupperebbe tutte le zone industriali del Nord Sardegna, non resta che sperare nell’acqua e nelle decisioni che verranno adottate dall’Ente dighe. Alla quale si chiede, da tempo, la gestione dell’invaso del Rio Paggiolu, una diga costruita sotto il Limbara per alimentare il bacino industriale ma non ancora entrata in operatività. «Una risorsa – spiega il commissario della Ex Zir Nello Pasella – che potrebbe essere sfruttata dalle amministrazioni dell’Alta Gallura, sempreché queste abbiamo il coraggio di dichiararlo apertamente. Al momento attuale nessuno ha avanzato proposte, mentre milioni di metri cubi d’acqua pura si riversano nell’invaso del Liscia». Quella del Rio Paggiolu è una delle tante incompiute realizzate dalla Regione Sarda con fondi comunitari, un invaso progettato negli anni Settanta, realizzato alla fine degli anni Novanta e non ancora entrato in funzione. L’acqua della diga – una risorsa risorsa primaria che molte comunità vorrebbero avere a disposizione –, non è mai entrata nel circuito di utilizzo. Doveva servire per l’approvvigionamento dell’area industriale, ma questo non è mai avvenuto. «Abbiamo chiesto la gestione diretta – dice Pasella – ma dall’Ente dighe non abbiamo ancora ricevuto risposta». E dire che basterebbero pochi chilometri di tubature per rifornire centri abitati come Tempio, Calangianus, Aggius, Luras e Bortigiadas di acqua pura, che costerebbe molto meno delle forniture di acqua potabile attualmente assicurate da Abbanoa, un’azienda regionale che fa acqua da tutte le parti, come la sua rete di distribuzione. Il problema è stato affrontato dall’Unione dei Comuni «ma senza alcune decisione finale», dice sconsolato il commissario della ex Zir Nello Pasella.