Torna Indietro           

Giovani e lavoro, gocce di speranza

Per 28 giovani si aprono le porte del lavoro grazie a un progetto finanziato dall’unione Europea e portato avanti dall’Unione dei Comuni che ha seguito tutto l’iter burocratico che ora si avvia a conclusione. Il progetto denominato “legalità e cultura in alta Gallura” è ormai alla fase finale. I giovani provengono dai quattro comuni che avevano i requisiti per partecipare al bando vale a dire Luogosanto, Santa Teresa, Badesi e Aglientu. E’ il primo progetto del genere che si attiva in provincia e il risultato finora conseguito può dirsi più che soddisfacente. «Il filo conduttore – spiega il presidente dell’Unione dei Comuni Antonio Scampuddu, sindaco di Luogosanto – è il lavoro, inteso come inserimento e reinserimento sociale, in una ottica formativa dell’individuo col pieno raggiungimento non solamente dell’autonomia finanziaria ma anche di quei valori sociali di condivisione col resto della società». Gli inserimenti avverranno in aziende che operano nei comuni che fanno parte dell’Unione (oltre ai quattro menzionati: Bortigiadas, Tempio, Aggius, Calangianus e Luras) individuate in basi alle attitudini e agli interessi che stanno emergendo durante tutta l’attività di orientamento e formazione che dovrebbe concludersi entro il mese di gennaio, dando priorità di inserimento ai soggetti residenti. La prima fase si avrà già da questo mese con l’orientamento individuale o di gruppo pari a tre giornate lavorative per ogni beneficiario, cui seguirà nel mese di febbraio l’assunzione con l’inserimento nell’azienda di riferimento. Ognuno potrà usufruire di una borsa di lavoro pari a mille euro mensili per un periodo di nove mesi. L’impegno richiesto sarà pari a 36 ore settimanali suddivise in sei giorni lavorativi. Si tratta di un progetto pilota che potrebbe anche essere ripetuto in seguito qualora si rivelasse, come nelle intenzioni di chi lo ha proposto, utile all’inserimento di persone giovani e meno giovani nel mondo del lavoro. «Siamo coscienti – conclude Scampuddu- che con questo intervento non risolviamo il problema della disoccupazione nel nostro territorio ma è pur sempre un segnale concreto in un momento di grave crisi occupazionale anche se rivolta ancora a pochi giovani».