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Successo nazionale per il “Premio Cossu”

di Giuseppe Pulina TEMPIO I primi premi di due sezioni del concorso letterario “Giulio Cossu” andranno in Liguria e Lombardia. Tra tanti autori sardi che si sono ben piazzati nelle sezioni del premio, spuntano i nomi di poeti e scrittori che non vivono in Sardegna. Segno che il buon nome del premio Cossu, di cui ieri si è svolta la premiazione, anche se solo alla seconda edizione, ha ormai oltrepassato i confini dell’isola. E questo grazie anche all’intensa promozione che il presidente dell’Istituto Cossu, Luigi Agus, è riuscito a fare sul web. Altro positivo riscontro del Premio è stata la cornice di pubblico che, nel teatro della Casa del fanciullo, ha reso onore ai vincitori. Dei testi premiati sono stati proposti piccoli saggi di lettura, conditi da passaggi musicali curati dal Coro Gabriel e da Vincenzo Murino, durante la serata condotta da Antonio Masoni. I brani selezionati dalla giuria verranno pubblicati in un’antologia che sarà data alle stampe dalla casa editrice Arkadia. Piccola chicca per gli studiosi, la bibliografia completa di Giulio Cossu. Nel lungo elenco dei vincitori e degli autori “piazzati” figurano nomi più o meno conosciuti. Per la narrativa in gallurese il premio è andato a Francesca Ruiu (Telti) per il brano “La muschitta malignona”. Per la narrativa in italiano i primi tre posti sono stati assegnati al varesino Giovanni Maria Pedrani, Maria Giovanna Murgiano e Alessandro Cuppini. Sempre per questa sezione premio speciale al cagliaritano Antonello Farris. Di Telti è anche la vincitrice della sezione della poesia in gallurese, Quirina Ruiu, che ha preceduto i due tempiesi Nandina Addis e Andrea Muzzeddu. Altro premio speciale all’aggese Francesco Tola. Per la poesia in italiano i primi quattro posti sono stati assegnati nell’ordine alla savonese Rita Muscardin, Virgilio Atz (Pavia), Gesuino Murru e Alberto Cocco (Cagliari). Nella saggistica lasciano i loro nomi negli annali del premio i due studiosi Domenico Branca (Olbia) e Alessandro Pisano (Sassari) per un saggio su Sant’Antonio a Olbia, sulle pratiche festive tra migrazioni e costruzione identitaria.