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Descrizione Museo Bernardo Demuro

Il Museo Bernardo De Muro è stato istituito con deliberazione di Consiglio Comunale n. 936 del 31 dicembre 1980. I beni afferenti alla raccolta sono entrati a far parte del patrimonio comunale dal 1953 con specifico atto di accettazione della donazione effettuata in favore dell’Ente da parte dello stesso tenore. Nel tempo la raccolta è stata ulteriormente arricchita da successive elargizioni.

            Il Museo Bernardo De Muro è attualmente ospitato nei locali della Biblioteca comunale G.M. Dettori, situata presso il compendio dell’ex Collegio Francescano dei Padri Scolopi restaurato di recente. Lo spazio dedicato al Museo si compone di due sale ad uso esclusivo per le esposizioni situate al primo piano dello stabile e relativi ambienti prospicienti dedicati all’esposizione dei materiali fotografici, quadri e dei beni mobili (oggettistica).

            Il Fondo De Muro rappresenta un’importante testimonianza della vita e della carriera musicale di Bernardo De Muro, interprete internazionale del canto lirico. Una breve biografia può servire a inquadrare l’importanza del personaggio.

Bernardo De Muro nasce a Tempio Pausania nel 1881; una tradizione orale, forse un po’ romanzata, riferisce che una compagnia d’operetta di passaggio a Tempio, avendolo sentito cantare e avendogli riconosciuto indubbie doti, gli consigliasse di coltivare il suo naturale talento; è certo comunque che dal 1902 studia a Roma all’Accademia musicale di Santa Cecilia per proseguire poi gli studi privatamente. Il debutto avviene a Roma nel 1910 con l’interpretazione di “Turiddu” nella Cavalleria Rusticana. La fama del tenore ben presto si espande sino al Sud – America dove ritorna più volte per esibirsi. Il matrimonio con una donna americana, avvenuto nel 1925, fa sì che decida di soggiornare negli Stati Uniti, dove gode di un ottimo successo di pubblico e critica. Nel 1928, dopo essersi fatto apprezzare in più occasioni in diversi Paesi europei, avviene il ritiro dalle scene. Muore nel 1955 a Roma e il suo corpo viene sepolto nel cimitero di Tempio Pausania.

Anche solo queste poche note fanno intuire l’importanza del personaggio e, di conseguenza, del patrimonio costituito dalla sua collezione, che non solo offre uno spaccato della vita concertistica e operistica dell’artista, ma garantisce una visione ben più ampia di vita, persone, cose, paesaggi del mondo nei primi decenni del secolo XX. Una visione documentata dalle numerose fotografie (più di mille!) che riprendono la sua vita personale nei soggiorni a Cattolica, nel rapporto di amicizia con la famiglia Garibaldi, le battute di caccia, le visite a Caprera, a Cagliari, i viaggi in Sudamerica, la sua famiglia, ecc.

Il Fondo è composto da dischi, abiti di scena, fotografie, spartiti musicali, corrispondenza e da una nutrita rassegna stampa, effettuata dallo stesso Tenore sui quotidiani dell’epoca, che documenta e sottolinea tutti gli eventi della sua carriera artistica. Il fondo può essere suddiviso in tre macro componenti costituite principalmente da materiale cartaceo, materiale tessile e materiali vari.

Con “materiali vari” s’intende soprattutto l’oggettistica di uso quotidiano o meno, frutto di doni, o acquistata dalla famiglia De Muro. Ne fanno parte un grammofono a molla, dischi in bachelite, ceramiche varie, oggetti in legno e plastica dura, monete, vetri, ceramiche, oggetti in argento tra cui le posate appartenute a Giuseppe Garibaldi, armi con decorazioni in avorio ed osso, i bauli marchiati “Brigata Sassari”, le pipe di diverse tipologie, ecc.

Il materiale cartaceo raggruppa:

  • fotografie di diverso formato, spessore (cartoncino grosso, sottile, patinato), tipologia, tecnica (albumina, carbone, gelatina ai sali d’argento), effetto grafico (chiaroscuri, seppia);
  • manoscritti che comprendono trascrizioni, correzioni su spartiti musicali e testi, dediche su materiale vario tra cui fotografie, libri, agende;
  • ritagli di giornale, la maggior parte dei quali riguardano le recensioni alle opere da lui interpretate;
  • stampe comprendenti telegrammi, carta moneta, locandine, libri, ritratti, attestati, lettere, testi musicali, guide turistiche, romanzi, testi sacri, riviste, ecc.;
  • dipinti e disegni (caricature e ritratti) eseguiti con tecniche differenti quali olio, acquerello, matita, carboncino, gessetti, su tela, cartoncino chiaro e scuro.

Il materiale tessile: sono in prevalenza i costumi di scena. I tessili sono soprattutto i costumi di scena policromi e polimaterici indossati dal tenore durante le sue esibizioni, arricchiti da applicazioni metalliche, ceramiche e plastiche applicate su materiali come la seta, il cotone, la lana, il raso e la pelle per quanto riguarda le calzature. Oltre ai costumi di scena completi, vi sono anche elementi singoli come pantaloni, camicie, calzamaglie, un mantello e gli accessori. Parte integrante degli abiti di scena sono gli accessori, dalle cinture di tessuto o pelle, all’elmo facente parte dell’abito di Radames con piumaggio e paillettes, dai bracciali di varia larghezza di metallo con elementi in pasta vitrea, a spade, pugnali, un corno, una maglia, di natura metallica, per giungere alla guaina della spada – con il manico in osso – del costume di Osaka.

Recentemente il fondo si è arricchito di ulteriori manufatti e oggetti donati dalla figlia del Tenore Johanna Elena De Muro Speaks (nota Dina), attualmente residenti negli Stati Uniti, al Comune di Tempio Pausania.

            Il Progetto di riallestimento del Museo nella sede dell’ex convento dei Padri Scolopi, ha preso il via nell’aprile 2007, con la collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per la Sardegna. I lavori di manutenzione e restauro dei beni mobili di eterogenei materiali appartenuti al tenore Bernardo De Muro, affidati con procedura ad evidenza pubblica all’inizio del 2012, sono stati ultimati nel corso del 2013. E’ stata allestita la mostra delle opere restaurate. L’attività di manutenzione e restauro ha riguardato, la quasi totalità dei manufatti tessili e fotografici e il 70% circa di quelli cartacei. Il nucleo del Fondo. In collaborazione con la Soprintendenza è stato predisposto il progetto per la realizzazione del II intervento di restauro conservativo sul restante materiale cartaceo, prevalentemente telegrammi e corrispondenza, ed altri eterogenei manufatti.