Voglio rinnovare il mio ringraziamento personale ai membri del Circolo culturale Don Primo Mazzolari e al presidente, l’ing. Paolo Sanna, per l’invito che ho accolto con piacere, a partecipare al convegno di ieri, lunedì 29 gennaio, svoltosi all’Istituto Euromediterraneo e incentrato sull’idea di pace del presbitero nato nel cremonese, strenuo difensore dei poveri e degli ultimi, portatore di quelle idee di inclusione, resistenza all’oppressione e non violenza che gli costarono a lungo lo sfavore del clero, ma che anticiparono molto della veste e della direttrice pastorale che la Chiesa assunse in seguito al Concilio Vaticano II.
Al centro del suo impegno, uno scomodo senso dell’obbedienza alla Chiesa che non ammetteva la rinuncia alla coerenza e alla dignità. Dopo la fine della guerra, Don Mazzolari promosse una forma di rivoluzione che voleva i cristiani al centro della nuova società, a condizione che tale centralità si basasse su un sostanziale rinnovamento nella condotta e nella mentalità: la missione della Chiesa doveva rivolgersi in primis a chi aveva perso molto a causa della guerra, a coloro che tornavano dal fronte, a quanti avevano subito la prigionia.
A guidare i lavori, gli interventi di Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e del Lavoro della CEI, di Don Umberto Zanaboni, del Consiglio direttivo della Fondazione Nazionale Mazzolari, di Don Antonio Addis, del Consiglio direttivo del Circolo Don Primo Mazzolari, e del Prof. Stefano Albertini della New York University, in collegamento dagli Stati Uniti per il commento del documentario su Don Mazzolari realizzato da Ermanno Olmi nel 1967, mostrato eccezionalmente ieri per la seconda volta in Italia, dopo la primissima proiezione pubblica del giugno 2023 avvenuta presso la parrocchia di Don Mazzolari, a Bozzolo, a coronamento di un incontro che ha fornito a tutti lo stimolo per la riflessione su tematiche di estrema attualità.
Il Sindaco
Gianni Addis