Le dichiarazioni apparse sulla stampa sul divieto di esercitare giochi pericolosi per l’incolumità alle persone ed al patrimonio nelle piazze pubbliche hanno voluto mettere in risalto un solo lato della medaglia indicando che “Tempio non è una citta per bambini”. E’ stato un messaggio devastante, dagli effetti fuorvianti sulle convinzioni che i componenti della società civile hanno delle regole comportamentali e del quieto vivere. All’interno il commento completo del Sindaco.
Esordisce così il Sindaco Romeo Frediani sulla vicenda legata alle attività ludiche che la normativa nazionale e i regolamenti di polizia urbana -senza fantomatiche ordinanze mai adottate in merito- consentono vengano effettuati nelle pubbliche piazze, ricordando l’assoluto divieto di esercitare giochi pericolosi per l’incolumità alle persone ed al patrimonio, con particolare riferimento ad epiche giocate di pallone la cui corsa quasi sempre si infrange nelle facciate e nei portoni degli immobili di contorno agli spazi pubblici , sulle lamiere delle macchine in sosta ed a volte, con grande pericolosità, sugli ignari passanti e sui momentanei fruitori delle panchine posizionate ai bordi della piazza..
Continua il Sindaco Fredian “Ho il compito di tutelare i diritti di tutti e mi assumo in primis l’impegno di fare rispettare le regole comportamentali che esistono in tutti i comuni senza creare particolari clamori consapevole che in questo compito sono ben sostenuto dalla polizia municipale. Non posso comunque tollerare che venga data una lettura distorta a quanto attuato nell’interesse generale ed al solo scopo di salvaguardare i bambini, le loro mamme e quanti altri negli spazi pubblici vogliono socializzare, leggere, correre, gioire nella massima sicurezza. Sono state tante, in pochi giorni, le manifestazioni di condivisione pervenute per le scelte operate ma è anche doveroso segnalare che ho ricevuto qualche protesta assumendo l’impegno di individuare spazi pubblici dove, con adeguata sistemazione, i ragazzi possano giocare anche al pallone.
