“OGNI COSA AL SUO POSTO – Dialogo sul rapporto fra giurisdizione e legislazione nel 75° anniversario della Costituzione Italiana” è il titolo del convegno promosso e organizzato dal Comune di Tempio Pausania, che avrà luogo venerdì 30 giugno in città presso la Sala convegni della ex “Palazzina Comando”, dalle ore 10,00 alle ore 13,00.
Tema del convegno – che è stato accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Tempio Pausania e dal Consiglio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tempio Pausania – sarà una delle questioni più delicate per il diritto costituzionale, quella cioè del rapporto fra il legislatore e il giudice.
Dopo i saluti istituzionali degli amministratori cittadini – il sindaco Gianni Addis e l’assessore alla Cultura Monica Liguori – i lavori saranno introdotti da un intervento di Riccardo De Vito, giudice del Tribunale di Nuoro, e vedranno come relatori due illustri giuristi costituzionalisti di chiara fama nazionale e internazionale: Massimo Luciani, professore emerito di Diritto pubblico della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e Accademico dei Lincei, e Nello Rossi, direttore della rivista Questione Giustizia, già procuratore aggiunto presso la Procura di Roma e avvocato generale presso la Corte di Cassazione.
Massimo Luciani è Professore emerito di Istituzioni di diritto pubblico della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma, “La Sapienza”. È accademico dei Lincei (il 16 settembre 2021 è stato nominato socio corrispondente). È componente del Consiglio Superiore della Banca d’Italia. È stato Presidente dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti per il triennio 2015-2018. Il 13 novembre 2018 è stato insignito del titolo di Dottore honoris causa dell’Università di Aix-Marseille.
È avvocato del Foro di Roma, abilitato al patrocinio innanzi le giurisdizioni superiori (esercita attività professionale, in particolare, ma non esclusivamente, nei settori del diritto costituzionale, del diritto regionale, del diritto amministrativo, del diritto previdenziale delle categorie libero-professionali).
Fa parte della direzione o del comitato scientifico di molte riviste giuridiche. È stato componente di numerose Commissioni governative di studio e da ultimo ha presieduto la “Commissione per elaborare proposte di interventi per la riforma dell’ordinamento giudiziario” (istituita con d. Min. giustizia del 26 marzo 2021, Ministro Cartabia). Tra i suoi scritti si contano volumi sulle libertà economiche, sulla giustizia costituzionale, sui sistemi elettorali, sul referendum, sulla bandiera e sul pensiero giuridico-politico di Giacomo Leopardi; voci di enciclopedia sulle fonti del diritto, sulle forme di governo e sull’interpretazione; oltre quattrocento contributi allo studio delle più diverse tematiche del diritto costituzionale e pubblico.
Nello Rossi, che dopo una lunga carriera giudiziaria oggi è il direttore della rivista Questione giustizia, è stato procuratore aggiunto presso la Procura di Roma e avvocato generale in Corte di cassazione; componente del Comitato direttivo della Scuola della magistratura. In magistratura del 1977, già giudice della Corte di Cassazione fino al 2007. È stato presidente di Magistratura democratica, segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati e componente del Consiglio superiore della magistratura nella consiliatura 1998-2002. Autore di numerosi saggi e articoli giuridici in materia di diritto e procedura penale e ordinamento giudiziario, ha pubblicato tra l’altro, con Livio Pepino, Un progetto per la giustizia. Idee e proposte di rinnovamento (2006) ed è stato tra i curatori de Il Testo unico della legge in materia di stupefacenti. Un’analisi critica (1991) e Democrazia in crisi e senso della giurisdizione (1993) e Giudici e democrazia (1994).
Il suo studio è dedicato all’evoluzione delle istituzioni, alle istanze sociali e di promozione dei diritti, al travaglio di chi lotta per la tutela di questi e alla giurisprudenza più attenta ai valori costituzionali.
Riccardo De Vito, giudice del Tribunale di Nuoro, riconosciuto dagli addetti ai lavori per la sua serietà e scrupolosità nell’adottare i provvedimenti nel rispetto della legge e soprattutto facendo valere i principi fondamentali della Costituzione italiana. È un magistrato che svolge anche un lavoro intellettuale non indifferente. Ha contribuito soprattutto nel dibattito relativo all’ergastolo, il fine pena mai. Tema divisivo soprattutto all’interno della magistratura, ma che trova – tranne casi eccezionali, anche se di peso perché massmediatici – uniti tutti i togati progressisti e liberali. Non solo ergastolo, ma anche il tema del diritto alla salute nelle carceri, la detenzione come extrema ratio e tutte quelle leggi che rendono vana la funzionalità della pena. Temi che il magistrato De Vito affronta nelle riviste specializzate e nei convegni.