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Tempio ricorda Faber

L’11 gennaio di venticinque anni fa moriva Fabrizio De André, uno dei più grandi artisti del nostro tempo.

Per la Città di Tempio Pausania è stato un grande onore ospitarlo, per la nostra comunità un privilegio conoscerlo e accogliere lui e la sua famiglia, condividere tanti momenti di vita quotidiana, le felici occasioni familiari e quelle professionali, come anche i drammatici giorni del rapimento che, tuttavia, mai poterono cancellare il suo amore per l’Isola. Un amore fatto di suggestioni e di ricordi che il musicista conservava tra le note e i versi dei suoi brani: il vento, le sonorità dolci della lingua locale, la luce, i paesaggi, il profilo dei monti e i colori della sua campagna.

Non si può scegliere dove nascere ma si può scegliere dove vivere, amare e costruire il proprio futuro. Fabrizio De André e Dori Ghezzi a metà degli anni Settanta costruirono all’Agnata il loro rifugio e la loro casa: un luogo dove trascorrere una vita a stretto contatto con la natura, incontrare vecchi e nuovi amici, un luogo capace di ispirare la sua musica e le sue canzoni, quel patrimonio inestimabile che è oggi una delle più preziose eredità artistiche del mondo contemporaneo.

Tempio e la Gallura sono stati per lui il luogo del cuore e ancora oggi sono tante le testimoniante del passaggio del Faber in città: i testi delle sue liriche che oscillano lievi sulle teste dei passanti tra le strette vie medioevali e le facciate austere del vecchi centro; il Faber Festival che da quasi 20 anni ripropone il prezioso repertorio del menestrello ligure che richiama ogni estate in città un pubblico numeroso di giovani e meno giovani, che conosce a memoria ogni parola e ogni strofa delle sue canzoni; la piazza nel cuore storico e popolare del centro cittadino a lui dedicata, animata dalle vele colorate disegnate dal suo grande amico e concittadino Renzo Piano; l’antico mercato, ora Spazio Faber, dove è esposto in permanenza un racconto per immagini della sua vita, luogo dalle tante vite, edificato verso la metà del 1600 per ospitare il primo carcere della città: storie di popolane, di ladri e di briganti, le stesse narrate ancora, secoli dopo, nei suoi versi e nelle sue poesie.

Un omaggio doveroso al grande Fabrizio De André e un’eredità che Tempio ha sentito il dovere di raccogliere, perché la profondità della sua visione possa essere fonte di ispirazione anche per le nuove generazioni.

Il Sindaco
Gianni Addis