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26/01/2010 – La diga? Monumento allo spreco

Tempio.

Lo sbarramento, ultimato nel 2003, è costato oltre venti milioni di euro

La diga? Monumento allo spreco

Buttati milioni di metri cubi d’acqua nel rio Pagghjolu

Martedì 26 gennaio 2010
Nei giorni scorsi è stata convocata una conferenza dei servizi sui progetti per la diga.
L ‘acqua scorre fresca e pulita da novembre, una bella cascata oltre la paratia del troppo pieno nella diga sul Rio Pagghjolu. Milioni di metri cubi di prezioso liquido, una importante risorsa idrica che potrebbe da sola coprire il fabbisogno di molti centri dell’alta Gallura. Invece l’acqua finisce nel fiume e lo sbarramento costato quasi venti milioni di euro (portata massima,quattro milioni di metri cubi) serve soltanto a trasformare il piccolo canyon di Monti di Deu in un laghetto artificiale. L’opera è stata ultimata nel 2003 dopo una lunga interruzione dei lavori. Due anni fa sono arrivati autorizzazioni e permessi che equivalgono ai primi collaudi. Ma nessuno oggi può dire se e quando l’acqua potrà essere immessa nella rete che serve gli stabilimenti della zona industriale di Tempio. Il progetto venne finanziato proprio per rendere autonomo il sistema produttivo locale fatto soprattutto di sugherifici. Lo sbarramento, dunque, non rischia di essere una grande incompiuta, di fatto è già un monumento allo spreco.
Nei giorni scorsi è stata convocata una conferenza dei servizi nella sede del Consorzio Zir di Tempio, l’ente che ha realizzato l’invaso. Si è parlato dei progetti per le opere di collegamento del bacino artificiale con la rete idrica. Il commissario nominato dalla Giunta Cappellacci per il Consorzio, il calangianese Nello Pasella e la direttrice Salvina Deiana, hanno fornito ai sindaci il quadro della situazione. In effetti qualche soldo è già disponibile per la realizzazione delle condotte. Risorse insufficienti, ma il problema non è solo quello dei finanziamenti. Intanto c’è la questione più ampia e di difficile soluzione, aperta dopo l’estromissione del Consorzio Zir. L’invaso lo scorso anno è passato a Enas, l’ente regionale che gestisce le risorse idriche. Non hanno gradito i vertici del Consorzio e i sindaci dell’Alta Gallura, ma il passaggio di consegne è avvenuto lo stesso sulla base delle leggi regionali. Si riparla di sfruttare sino all’ultima goccia l’acqua del Rio Pagghjolu per uso civile, ossia per le utenze domestiche. Ma i quattro milioni di metri cubi sono nella esclusiva disponibilità delle aziende. Insomma, tra un problema e l’altro l’acqua continua a correre verso il mare.
ANDREA BUSIA